Il fascismo


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Italia in guerra

Storia

L'Italia in guerra

Nel 1939 scoppiò la guerra, Mussolini nonostante i venti anni avuti a disposizione e a dispetto dei suoi stessi discorsi non aveva preparato militarmente l'Italia ad un conflitto, infatti cercò di non entrarci immediatamente, dichiarò la "non belligeranza", si decise solo quando la vittoria tedesca sembrava a portata di mano, non fu così e il fallimento prima della guerra parallela (intendeva combattere contro l'Inghilterra), poi anche di quella a fianco della Germania, oltre allo sbarco alleato effetuato in Sicilia, diedero il pretesto al Gran Consiglio del Fascismo di approvare un ordine del giorno contro di lui, era il 24 luglio del 1943 .

Poche ore dopo il Re ne approfittò per riprendere il potere, lo fece arrestare, fu portato prima a Ponza poi alla Maddalena infine al Gran Sasso, dove venne liberato e portato in Germania dai paracadutisti tedeschi, pochi giorni dopo l'armistizio del governo italiano (8 settembre 1943).
Mussolini ritorno in nord Italia per fondare la Repubblica Sociale Italiana (o Repubblica di Salò) che cercava di far rivivere il mito fascista ma ormai era tardi e anche la Germania dava segni di cedimento, comunque sia lo stato creato era completamente dipendente da Berlino, Mussolini era ormai alla stregua di vari capi di stato europei scelti da Hitler.

Negli ultimi mesi di guerra lo si vide raramente in pubblico, una volta crollata la linea gotica pensò di rifugiarsi a Milano tentando di venire patti col Comitato di Liberazione Nazionale, temendo la cattura fuggì verso Como per poi andare in Svizzera, nonostante fosse vestito da soldato in una colonna di tedeschi in ritirata venne riconosciuto ad posto di blocco partigiano che dopo un sommario processo venne fucilato (28 aprile 1945), il suo corpo venne esposto in piazza a Milano assieme alla compagna e alcuni gerarchi fascisti, poi dopo numerose traversie venne sepolto a Predappio.


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